Un'escursione a più livelli: poco impegnativa per chi vuole raggiungere la frazione Follu, decisamente più lunga per chi vuole visitare tutti gli abitati.
Dalla piazza regina Margherita si scende lungo la via dei Walser e si svolta adestra in direzione del teatro Unione Alagnese, si sale la scaletta che parte dal portico del teatro e si prosegue sul sentiero lastricato che porta in frazione Reale. Passata la carrozzabile per Fum Decco, inizia il sentiero. Le tappe: miniere di manganese (50 min), Frazione Follu (20 min), frazione Dorf (10 min, frazione Scarpia (10 min) frazione Pianmisura (30 min). Da Pianmisura si raggiunge il passo Zube (2874) in circa 2 ore, il Bivacco Ravelli (2504) in circa un 1.30 ore, il Passo Foric (2432) che collega con la val d’Olen, in circa 2 ore.
La Val d'Otro, dove la storia, la natura e le case sono testimoni reali della colonizzazione Walser, è senza dubbio uno dei luoghi più belli del territorio di Alagna.
Non luoghi-museo ma luoghi vissuti, ancora oggi ben vivi, in cui gli orti con le loro coltivazioni d’eccellenza, i pastori e l’architettura Walser, conservatasi inalterata, ripropongono il passato di cui ancora si sentono le tracce, cristallizzato nella continuità di un’oasi, che ha saputo attraversare il tempo.
L’Alpe Otro risulta su documenti di donazioni e permute fin dal 1025 ma la nascita delle frazioni ad opera di coloni Walser provenienti da Gressoney risale ai primi anni del XIV secolo.
Oggi si visitano 6 piccoli borghi: Follu, Scarpia, Ciucche, Weng, Felljerc, e Dorf, con le fontane monolitiche, i forni del pane, le stalle, le case walser e le cappelle, elementi di un economia autosufficiente, che ha saputo mantenerli nel tempo e rinnovarne l’utilizzo. Oggi Otro è luogo di villeggiatura, di agricoltura naturale, pastorizia e caccia, in una fusione armonica degli elementi che coesistono e crescono in equilibrio. Di particolare interesse la chiesa della frazione Follu, dedicata alla Madonna della Neve, curiosi gli spartivalanghe della Scarpia che hanno preservato le case dalle nevicate abbondanti e i campi recuperati di Weng, che cadenzano il ritmo delle stagioni.
A quote più elevate si trovano invece i vasti pascoli per i quali la valle era nota fino dal medioevo, con molti alpeggi: gli alpi Pianmisura piccola e grande, ai limiti della vegetazione d’alto fusto, l’alpe Dsender immerso tra larici e faggi, l’alpe Tailli a strapiombo sulla valle, l’alpe Kultiri, l’alpe Granus, l’alpe Zube appoggiato su un tappeto di erbe e muschi. La vetta più alta della valle è il Corno Bianco (m. 3320), alle cui pendici si trovano due piccoli ghiacciai: il nevaio di Puio e il ghiacciaio d’Otro.