Il trekking nella valle che conduce sulle vette più alte del Monte Rosa
Il sentiero n.205 D parte dalla frazione Bonda vicino agli impianti di Alagna e risale la montagna toccando le frazioni Dosso e Piane. Attraversa il torrente Olen e arriva all’alpe Sewji, dove s’incontra il rifugio Grande Halte. Prosegue poi fino alla stazione intermedia di Pianalunga, si addentra nei pascoli a monte passando accanto ad un grande masso chiamato il Sasso del Diavolo. Il sentiero sale fra le rocce fino a sbucare vicino al rifugio Vigevano e al colle. Varianti e collegamenti Nei pressi del Sasso del Diavolo si stacca il sentiero n.205 b per il Passo Foric e la val d’Otro. Dal Col d’Olen seguendo il sentiero n.6 si può ridiscendere la valle fino a Gressoney. Dietro il rifugio Vigevano parte una traccia ben segnata che porta, in poco più di 15 minuti, al Corno del Camoscio m. 3026 considerato uno dei punti con la vista migliore sul Rosa.
La valle dell’Olen è una delle più ampie e conosciute del territorio alagnese, sia per la presenza degli impianti di risalita, che per essere stata teatro della storia dell’alpinismo sul Monte Rosa nell’Ottocento. E’ una valle di origine glaciale con la tipica forma a U, che digrada dai pascoli morbidi dei 2000 m a un ambiente sempre più roccioso e austero man mano che ci si alza di quota. Avvicinandosi al colle, dove la vegetazione è rarefatta e l’ambiente particolarmente lunare, è molto frequente incontrare gruppi di camosci e stambecchi, che non si lasciano disturbare dalla presenza dell’uomo.
Lungo il percorso s’incontrano dopo circa un’ora di strada la frazione Wittine, con le sue baite walser intatte e più oltre l’alpe Sewij, ampia piana, dove si adagia il rifugio Grande Halte. Vicino al colle uno storico rifugio, un tempo rinomato albergo d’alta quota, il Vigevano, fa del passo del Col D’Olen una meta conosciuta, dove l’accoglienza ha lunga tradizione. Poco oltre, l’Istituto Scientifico Internazionale A. Mosso, situato nella conca tra il Corno del Camoscio e lo Stolemberg, inaugurato nel 1907 e destinato allo studio della fisiologia e della botanica, è oggi uno spazio museo, che si propone di mettere a disposizione dei visitatori il patrimonio storico culturale degli studi di fisiologia umana in alta quota e ospita il Laboratorio Neve e Suoli Alpini del Dipartimento di Valorizzazione e Protezione delle Risorse Agroforestali della Facoltà di Agraria dell’Università di Torino.