Una passeggiata per il centro di Alagna, prestando attenzione agli angoli che passano inosservati ai più.
Dalla Chiesa alla piazza Regina Margherita passando per la via vecchia, quindi le frazioni Pedelegno, Reale, Giacomolo e Resiga (45 min) per rientrare poi alla frazione Reale superiore attraverso i prati e ritornare alla Chiesa. (45 min)
La via centrale di Alagna è affiancata da una strada più stretta, solo pedonale; è la via centrale dell’Alagna del secolo scorso, che percorre il cuore delle frazioni del centro. La via è affiancata a tratti da una derivazione del torrente Olen, che in passato alimentava fontane, lavatoi, abbeveratoi e mulini.
Muovendo dal portico dalla Chiesa Parrocchiale, all’altezza del Caffè del Centro, si accede a questa strada.
Percorsi pochi metri è ben visibile la roggia, oggi senz’acqua. La parte a cielo aperto termina contro la baita Gnifetti, che fu in passato un mulino, e prosegue poi il suo corso sotto il municipio in direzione della frazione Pedelegno. Il primo tratto sbocca in piazza Regina Margherita, sulla quale si affaccia Casa Smitt, elegante edifico Ottocentesco nato come casa di villeggiatura destinata al turismo d’elite, che caratterizzò la rinascita di Alagna insieme al nascente interesse per l’alpinismo sul Monte Rosa.
Oltre la piazza si entra nella frazione Pedelegno, ormai fusa con gli edifici moderni del centro di Alagna, che rivela tutta la sua poesia nell'intricato susseguirsi di tetti e case in prossimità del cuore del borgo. La nuova piazzetta con la fontana Necer, ariosa architettura voluta da Michele Necer, noto marmista Alagnese emigrato a Berna, sorge nel luogo dove la roggia alimentava in passato un lavatoio. La strada vira in direzione della frazione Reale, costeggiando ville dei primi del Novecento. In prossimità dell’edificio in pietra dell’Indren Hus, s’incontrano l’oratorio della Visitazione, rialzato rispetto la strada, la Cappella dedicata a Santa Maria delle Grazie e una grande croce in pietra, ex voto di una donna walser scampata alla furia di una valanga. Qui l’antica via s’immette nella più moderna via dei Walser e prosegue fino all’altezza di una stretta curva a gomito, detta curva del Perello, così chiamata per lo storico negozio appartenuto alla famiglia Perello, che su questa si affacciava e che per decenni è stato l’emporio principale della comunità Alagnese. Lì anche la casa dove visse i suoi ultimi anni il Teologo Farinetti, indiscusso protagonista della cultura Alagnese dell’Ottocento e compagno del parroco Gnifetti nella prima salita sul Rosa.
Riprendendo l’antica via troviamo la casa natale di don Giovanni Gnifetti in frazione Giacomolo. Nato nel 1801 e parroco di Alagna per 38 anni, nel 1842 conquistò la punta Signal, da cui il nome di Punta Gnifetti sulla quale oggi sorge la Capanna Margherita, osservatorio dedicato alla regina Margherita di Savoia. Poco oltre è la casa D’Henricis, famiglia cui appartenevano i fratelli Melchiorre, Giovanni e Antonio (conosciuto come Tanzio da Varallo) indiscussi protagonisti del barocco valsesiano. Tanzio fu artista di respiro nazionale, noto come il Caravaggio delle Alpi, le cui opere sono ospitate nelle più importanti pinacoteche italiane.
Lì accanto è visitabile la piccola cappella dedicata a San Defendente, nel cui interno si vede un’ancona lignea con i nomi dei committenti: Eva e Giovanni D’Enricis. La strada frazionale s’immette ancora sulla via principale e termina al ponte d’Otro, confine ideale tra le frazioni di Alagna e Riva Valdobbia. Prima del ponte, inizia la via dei Walser e poco più avanti s’incontrano le prime case della frazione Resiga, così chiamata per la presenza di una segheria ad acqua, che si appoggia su di un’ampia zona pianeggiante. Questo luogo fu scelto per la presenza delle acque abbondanti del torrente Otro e per la sua posizione (è la frazione più bassa di Alagna) che facilitava il trasporto in loco dei legnami destinati al taglio. La segheria, tappa dell’ecomuseo, tutt’oggi funzionante, era attivata da una ruota idraulica a palette detta “veneziana”, alimentata dalle acque indotte in un canale di captazione.
Uscendo dalla frazione, in mezzo ai prati si vede il grande masso detto “der Pulferstein” che nel ’600, staccatosi dalla montagna, distrusse la frazione di Pè d’Otro. Al suo interno fu ricavato nel secolo scorso un locale usato come deposito per la polvere esplosiva delle miniere. Oggi è la palestra di roccia del Corpo guide di Alagna. Proseguendo lungo la via dei Walser si giunge in frazione Reale. Il sentiero porta davanti all'oratorio di San Pantaleone, e prosegue fino alla piazzetta frazionale con la fontana monolitica, circondata da belle case walser, su una delle quali è visibile un’emozionante Madonna cinquecentesca con bambino.
Seguire il sentiero lastricato dopo il piccolo ponte sul rio Fuar del Reale, che porta direttamente in frazione Pedelegno nei pressi dell’Unione Alagnese, tappa dell’ecomuseo. Lo splendido edificio in pietra ospita il teatro, inaugurato il 30 dicembre 1900. Conserva intatto il suo fascino d’inizio secolo ed è un attivo centro di aggregazione della comunità Alagnese. Al suo interno i dipinti delle allegorie di Ars e Labor, opera del pittore valsesiano Camillo Verno (Campertogno 1870 – 1942) e le scenografie di Ercole Sormani.
Rientrati sulla via Centro, si prosegue in direzione della chiesa ammirando sulla destra, nei pressi dell’ufficio postale, la Casa Stainer, bellissima baita perfettamente conservata e sul lato opposto la casa del presbitero Giovanni Bruno, oggi in parte ristrutturata che mostra sulla facciata due stemmi (uno in pietra ollare e l’altro in marmo bianco) segno della sua storia e di fasti passati.
Le frazioni del centro sono il secondo insediamento walser dopo quello delle frazioni Pedemonte e Ronco. I membri di alcune famiglie di Pedemonte fondarono questa frazione sulle terre appartenenti al monastero di San Nazzaro. Nasceva ai piedi dell’alpe Alagna, Lania o Olen divenendo così Pè de Alagna, Pè de Lania o Pè d’Olen (Pedelegno). In uno dei primi documenti si attesta che Pietro Enrigone vende la sua proprietà di Pedemonte per 80 lire imperiali e si stabilisce a Pedelegno con la madre, anno 1328. Lungo il corso del XV secolo, i coloni danno vita ad altri insediamenti come Pè d’Otro (oggi Resiga) e Riale.