I rifugi della Valsesia e del Monte Rosa
La storia dei rifugi è la storia dell'alpinismo; ora come un tempo, sono la base sicura e confortevole per ogni amante delle alte quote, avamposto per vivere la montagna da vicino.
L’avventura dei rifugi e dell’alpinismo inizia verso la metà dell’Ottocento. Giacche di lana, scarponi di cuoio chiodati, alpenstock e muli accompagnano fino alle cime i primi coraggiosi; Alagna si trasforma, sorgono alberghi e ville in stile Liberty. Le terre alte cambiano e sorgono rifugi capanne ed alberghi d'alta quota con la spinta poderosa del Cai di Varallo, nato nel 1867. Nel 1876 il Cai costruisce il suo primo rifugio sul Rosa e lo dedica all'Abate alpinista Giovanni Gnifetti. Nel 1893 inaugura la capanna Margherita. Nel 1909 sorge l’albergo Stolemberg Grober, oggi rifugio Vigevano. E' la volta poi della Valle Vogna dove costruisce il punto d'appoggio nel vallone del Rissuolo sulla via del Corno Bianco e negli anni '70 si ristruttura le baite dell'alpe Pile.
Sono passati anni dalle prime pionieristiche costruzioni, molti da allora i cambiamenti e le migliorie al passo con le evoluzioni ed innovazioni tecniche ma identico e costante rimane l'approccio alla montagna e il rispetto per l'ambiente. I rifugi di Valsesia e Monte Rosa smaltiscono a valle tutti i rifiuti che producono. Nelle tariffe ai clienti sono compresi i costi di trasporto con l’elicottero di liquami e scarti, il contributo di ciascuno per la salvaguardia dell’ambiente. Sono forniti di impianti a gasolio ma il 20% dell'energia necessaria viene prodotta con pannelli solari.