L'Aquila

Segni distintivi sono le grandi dimensioni e la sagoma delle sue ali, quando volteggia, a forma di rettangolo allungato. Porta una coda piuttosto corta che disegna un largo cuneo. Da giovane, prima 4 – 5 anni, vista da sotto, ha delle evidentissime macchie bianche nelle ali e nella coda; diventa completamente bruna dopo i 5 anni, a maturità raggiunta. Gli adulti, inoltre, hanno la nuca provvista di piume color oro quasi lucente: “dal capo dorato”, infatti, è il significato del suo nome latino. La femmina, come in quasi tutti i rapaci, è più grande del maschio.

Grazie all’apertura alare, è una formidabile veleggiatrice; ha bisogno tuttavia, nei suoi spostamenti, di sfruttare le calde correnti ascensionali. Per tale motivo, vola più volentieri, ed è quindi più facile osservarla, durante le belle giornate, quando il sole riscalda l’aria.

Tracce: raramente emette dei suoni volando; capita talvolta, durante la fase degli amori tra febbraio e marzo, di sentire il suo grido lamentoso e prolungato. Nei pressi del nido o dei posatoi si possono trovare borre di grosse dimensioni (8 – 10 cm di lunghezza).

Dove vive: vive, generalmente, in zone aperte, dove la caccia è più agevole. Nidifica, invece, al di sotto dei territori di caccia: il trasporto della preda, soprattutto se pesante, è così facilitato. Può spingersi a quote anche molto elevate, sopra i 2.500 – 3.000 m., se vi è disponibilità di cibo o per i lunghi spostamenti tra una zona e l’altra.

Cosa mangia: la preda ideale, in estate, è rappresentata dalla marmotta, più raramente da piccoli mammiferi, lepri, grossi uccelli come i tetraonidi; di questi ultimi ne approfitta, più che altro, in periodo invernale. Durante la cattiva stagione diventa opportunista, cibandosi sovente di carogne. Sopporta anche parecchi giorni di digiuno. Particolare è la tecnica di caccia, quando passa vicinissima e veloce alle pareti e alle pendici delle montagne: in questa maniera esplora il territorio e, allo stesso tempo, ha la possibilità di piombare inaspettata sulla preda.

Vita e abitudini: la coppia, una volta costituitasi, è legata per tutta la vita. La parata nuziale è spettacolare: voli a festoni, picchiate, acrobazie che portano, ogni tanto, i due individui ad agganciarsi con gli artigli. Si suppone che la funzione della parata, oltre che per identificare il territorio della coppia, sia al fine di scaricare l’aggressività rafforzando il legame tra i sessi. Edifica nidi imponenti, costituiti da cumuli di ramoscelli, preferibilmente su rocce tra i 1.200 e i 1.900 m. di quota. Può portare il materiale da costruzione in nidi diversi, anche 4 o 5, che a rotazione sceglie nel corso degli anni. Le uova deposte sono, di norma, due. La femmina cova per 42 – 45 giorni; il maschio le dà un breve cambio solo per permetterle di nutrirsi. I piccoli escono dal guscio verso la prima metà di maggio e sono coperti da un bianco e caldo piumino. Spesso un solo aquilotto sopravvive perché il fratello più robusto uccide il più debole (“cainismo”) o perché uno dei due non riesce a nutrirsi a sufficienza. E’ il maschio che, nei primi tempi, porta il cibo nel nido circa due volte il giorno. Il piccolo rimasto cresce velocemente e a fine giugno è già coperto di penne e piume. A metà luglio compirà il suo primo volo. L’anno successivo dovrà cercarsi un territorio di caccia personale (60 – 80 Kmq) e dopo 3 – 4 anni sarà pronto per trovarsi il compagno o la compagna.

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