Ci troviamo in Valle Vogna, a Cà di Janzo ed in una quindicina di minuti arriviamo a Sant’Antonio, dove facciamo una breve sosta per bere un caffè che ci dà energia per affrontare la nostra salita.
In questa splendida frazioncina ha vissuto nel 1800 l’Abate Antonio Carestia, illustre botanico, alpinista, esperto traduttore di pergamene e colui al quale è stato dedicato il Rifugio che ci accoglierà tra qualche oretta.
Percorrendo il sentiero sterrato troveremo una fontanella che ci offre acqua fresca per riempire le nostre borracce. Arriviamo ora al bivio e seguiamo l’indicazione 202 che ci accompagna al Rifugio Abate Carestia.
Il sentiero si fa subito ripido ma non ce ne accorgiamo talmente siamo immersi nello splendore della natura che ci circonda.
Arrivati alla frazione Piane, ammiriamo per qualche istante la frazione Peccia dove è presente il luminoso laghetto artificiale e numerose case Walser. Ripartiamo!
Dopo due orette e mezza eccoci arrivati al Rifugio Abate Carestia (2201 m). La fatica si fa sentire ma il panorama ci conforta donandoci la forza di proseguire la nostra salita per ammirare altrettante opere naturali.
Ecco uno stambecco! Quasi sicuramente ne incontreremo molti altri; gli stambecchi amano vivere in questa zona e correre su e giù per questi pendii.
Sentiamo un buon profumino proveniente dal Rifugio, ma ahimè il pranzo ci aspetta per il ritorno…
Il Rifugio è una grande costruzione in pietra, circondata dalle alte vette ed affiancata da un limpido torrente; posto ideale per un weekend rilassante lontano dai rumori e dallo stress giornaliero.
Questa struttura è dotata di una sala bar ristorante e di 30 posti letto. L’edificio, dedicato all’Abate Carestia, è stato edificato nel 1995 per sostituire l’antica costruzione divenuta ormai pericolante.
Ad aspettarci, a mezz’oretta dal Rifugio, è il maestoso Lago Bianco (2332 m). Anche se l’acqua è molto fredda, i più coraggiosi possono fare un tuffo!
Il Lago, insolcato tra le montagne, è di scarsa profondità ed abitato da Salmerini. Gli appassionati di pesca possono aspettarci qui praticando pesca a mosca no-kill, mentre noi proseguiamo, costeggiando l’intero Lago, verso il Lago Nero.
Dedichiamoci ancora 1h 30’ di camminata ed arriviamo al Lago Nero (2672 m), molto profondo ed abitato da salmerini, iridee e qualche bellissima fario. Quasi sicuramente dovremmo calpestare un po’ di neve: ci accoglierà un fantastico clima montano e tanta quiete e tranquillità.
Sapete cosa narra un’antica leggenda?
Si racconta che una sposa abbia perso il suo anello proprio qui, al Lago Nero e, poi, che lo stesso sia stato ritrovato nella fontana del “Giavino” (sorgente che si trova tra Riva ed Alagna, di fronte al distributore).
Dal Lago Nero parte il difficile sentiero che gli escursionisti esperti percorrono per arrivare al Corno Bianco; questo sentiero richiede molta attenzione, infatti molti alpinisti qui hanno perso la vita. È risultato, quindi, necessario attrezzare il sentiero con delle catene.
Ma noi non procediamo oltre, abbiamo già camminato 4h e 30’ e, soprattutto, la polenta con la salsiccia al Rifugio ci sta aspettando!