“Otro, dolce scoscesa vallata”, così viene menzionata la Valle in una canzone di paese.
La valle che ci apprestiamo a conoscere è nel cuore di ogni Alagnese. È una valle verde lussureggiante, vissuta per secoli e meta ambita per tutti.
Il nostro viaggio comincia qui, spinti dalla curiosità verso il luogo che tutti incanta;
partiamo dal Teatro Unione Alagnese, edificio storico dei primi del’ 900, perfettamente conservato. Cento ventiquattro anni e non sentirli!
Alla frazione Reale di Sopra passiamo dinanzi ad una bella abitazione con affresco in facciata rappresentante la Madonna col Bambino. Quanta grazia e maestria se pensiamo che questi nostri antenati vivevano di agricoltura e allevamento.
Imbocchiamo il sentiero 203, ben segnalato. La gradinata impone il silenzio, il fiato va risparmiato e dopo 10 minuti, ecco la prima sosta;
Lo scorcio che si apre tra gli alberi ci fa ammirare tutta Alagna. Un cartello indica "Der Spiegel", lo specchio, nome azzeccatissimo! Percorrendo il sentiero incontriamo baite e resti di terrazzamenti utilizzati come campi. Ogni angolo, ogni radura mostra i segni del lavoro dell’uomo
A circa metà della salita verso Otro troviamo una fontana in sasso con incisi alcuni bizzarri segni o rune. Questi simboli sono gli "Huszaiche" emblemi dei Casati delle Famiglie Alagnesi. Sono segni che troviamo in tutte le case antiche, sugli stipiti delle porte ma anche sugli oggetti di uso comune, suppellettili e attrezzi da lavoro.
Lungo il percorso ci accorgiamo sempre più che i Walser sono stati lavoratori instancabili, avvezzi alla quota e alle rigidità del clima ma anche artisti, pittori, scultori e uomini di fede, fede ancestrale. Infatti in un attimo incontriamo il Sasso della Madonna, dove la tradizione vuole vi sia impressa la mano della Beata Vergine.
Il nostro simpatico Dolfi, abitante di Otro, ha reso onore al luogo con un originale dipinto ed una preghiera in Titszchu, la lingua dei Walser.
Il sentiero verso Otro sale attraverso boschi di conifere e faggi.
Se presti attenzione potrai vedere gli scoiattoli scorrazzare sui tronchi alla ricerca dei semi delle pigne degli abeti rossi (di cui sono ghiotti). Questi animali sono gli acrobati del bosco e li riconosci per la loro coda folta che funge da paracadute e da bilanciere.
Arriviamo al limitare del bosco e ci appare la conca della Valle di Otro con le sue case di larice bellamente disposte e la chiesetta della Madonna della Neve che viene festeggiata dai frazionisti il 5 agosto. Segnati la data perché la festa è accompagnata dai canti e balli del Gruppo Folkloristico ed è possibile aggiudicarsi alcuni ottimi prodotti caseari all’incanto delle offerte che segue la Messa.
E se i profumi della cucina del Rifugio Zar Senni ti stuzzicano il naso, troverai l’instancabile Ivana intenta a preparare dell’ottima selvaggina. La polenta viene invece preparata direttamente nel paiolo all’esterno; una cucina da campo diretta dal marito Marco, e tra bevute e risate, nessuno rimane a bocca asciutta!
I nomi delle frazioni disposte nella conca non sono italianizzati ma sono di uso così ricorrente che non te li potrai scordare:
Il nostro viaggio termina qua!
La valle di Otro invece continua e puoi raggiungere alpeggi, colli e passaggi creandoti il tuo percorso del cuore.