Partiamo dalle basi: l’after ski ad Alagna non è quello di Milano; niente apericena! Dovrai ancora affrontare il tuo pasto serale e non puoi farti cogliere affaticato. Alagna è terra Walser, il nostro mondo ruota attorno a formaggi e salumi del territorio, DeCo e di filiera a km0; tutto buonissimo ma se esageri ti toccherà metterti a dieta al tuo rientro. In nostro consiglio è: bevi bene e tieni posto per la cena. I migliori vini rossi dell'alto Piemonte ad Alagna li trovi.
Se al tuo aperitivo vuoi dare un taglio Walser, chiama Zam Tachi e fatti preparare da Ely il mega tagliere con prodotti deco e patate fritte di Otro (solo su prenotazione). Un tagliere così si gusta con i migliori vini rossi; prova il Ghemme Torraccia del Piantavigna, vino elegante e complesso, riconosciuto negli anni per la sua ricchezza, la struttura e gli aromi. Se preferisci lo speziato provalo invece con un Orbello, Coste della Sesia delle Tenute Sella -un mix di uve Barbera, Nebbiolo e Vespolina, color rubino luminoso alla vista e fresco e croccante al palato!
La location è molto suggestiva e garantisce un aperitivo lontano dal caos. Appoggiato sui prati al di là del Sesia, Zam Tachi è il locale ideale se porti i bambini con te.
Al bar Mario nella romantica piazzetta di Riva, l’aperitivo si fa a mezzogiorno, baciati dal sole che filtra dalla Valle Vogna, con vista impagabile sul Monte Rosa. Se sei appassionato di cocktails non cercare oltre, questo è il bar giusto! Da Mario il gin tonic non è mai ordinario e puoi scegliere tra 60 tipi di gin diversi! Il Negroni è fatto a regola d’arte; se hai un cocktail in testa, Mario te lo prepara esattamente come lo stavi pensando e se ti sei svegliato con un “Carrie Bradshaw mood” puoi sempre ordinare un Cosmopolitan.
L’aperitivo romantico si fa a Montagna di Luce, nella frazione di Pedemonte; per il bellissimo dehor con vista sulle frazioni alte di Alagna, per l’ambiente curato ma rustico e intimo. Giona Barinotti, sommelier di famiglia, ci ha suggeriti in confidenza, che secondo lui il miglior vino da aperitivo con le miacce (il piatto tipico da aperitoi di Alagna) è il Barbera. Nel suo ristorante trovi il Bricco dell’Uccellone di Braida, senza dubbio il mio preferito: colore rosso rubino molto intenso, profumo ricco, complesso, di notevole concentrazione, morbidezza e gran classe. Silvia, la padrona di casa suggerisce invece il Cipressi Nizza di Michele Chiarlo, più morbido, rotondo e fruttato, con sentori di frutta rossa, ciliegia matura, lampone e note dolci di tabacco
L’An Bacher Wi (un bicchiere di vino, in tedesco Walser), storico locale del centro, è il pub di culto per chi cerca classe, musica soft e sperimentazione. La lista dei cocktails è studiatissima: Tulum, Daiquiri, bosco magico, Wild River e Love Supreme sono i top five della casa. Ma il nostro preferito è l’Alagna Collins (no, non sono uno spoiler, non do spiegazioni, vai al Bacher Wi e fammi sapere). La lista dei vini del locale fa il giro d’Italia ma qui l’aperitivo si fa con il Gattinara Pietro di Paride Iaretti, il Gattinara Molsino Conterno di Nervi e il Barbaresco Gaja, perché come dice Nietzsche “la perdita dello spirito dionisiaco è all’origine della decadenza del mondo occidentale”, e al Bacher Wi, nel prenderne atto, suggeriscono di farlo con stile.
Alla Chäisscheri l’ambiente è giovane e le ragazze bellissime. In questo locale si beve lo spritz. Abbiamo chiesto a Nancy, la proprietaria, perché. Ci ha risposto: piace a me, piace alle mie ragazze… e a tutti i nostri clienti! Qui l’aperitivo inizia alle 16 con i primi rientri dallo sci. Il posto perfetto dove fermarsi dopo l’ultima discesa se hai scarponi ai piedi, sete infinita e voglia di scaldarti dopo una giornata sulla neve. Se lo spritz non è di tuo gusto opta per un Gattinara Travaglini, vai sul sicuro!
Il pub del momento è la Miacceria. Paolo ed Elodie sono cortesi e sorridenti, tanto attenti alla qualità, che sanno sorprendere con una lista super completa di birre Zam Steg, whiskey, gin e rum di livello. Stuzzicherai con un piattino curatissimo di miacce di Alagna alla toma e saleggia (timo selvatico raccolto negli alpeggi sopra i 1600 m), focaccia e salumi.
In miacceria l’ambiente è solare e la musica è light; dietro al bancone sanno stupirti un weekend dopo l’altro.
L’Alto Piemonte racchiude, in un piccolo spazio, come uno scrigno prezioso, tante piccole, grandissime e differenti realtà, un patrimonio straordinario di civiltà. In un territorio, tutto sommato poco esteso, dove il Supervulcano prima e le glaciazioni poi hanno modellato queste terre determinando un’evoluzione geomorfologica diversificata e complessa, che ha contribuito a costituire la straordinaria unicità del terroir dell’Alto Piemonte.
Il deposito lasciato dai ghiacci e il dilavamento alluvionale del Monte Rosa, hanno formato le dolci colline moreniche tra le Prealpi e la pianura.
Sulle colline dell’Alto Piemonte, la coltivazione della vite ha origini remote, come testimoniano i rinvenimenti di vinaccioli addirittura in epoca preistorica e successivamente in epoca romana. Il ricco materiale archeologico rinvenuto testimonia come qui si stanziarono popolazioni primitive, alle quali subentrarono via via i Galli, i Romani e i Longobardi.
La coltivazione della vite fu una costante dell’Alto Piemonte, dove, dall’epoca romana al periodo tardo-antico fino al pieno medioevo, crebbero vigneti anche grazie alle favorevoli condizioni climatiche e pedologiche. Con alti e bassi, la viticoltura in queste terre non s’interruppe mai.
Ecco, in questa porzione di territorio, dove all’inizio del secolo scorso vi era una superficie vitata non meno estesa e non meno importante delle Langhe, si sono sviluppate numerose realtà di grande rilievo, dove l’elemento unificante è però senza dubbio il vino.
Nell’Alto Piemonte troviamo una varietà di suoli che conferiscono ai vini, a seconda della zona di produzione, caratteristiche uniche e particolari. Possiamo, in tal senso, in modo un po’ poetico, suddividere i vini di questo straordinario territorio in quattro categorie: i vini figli del fuoco (Gattinara, Boca, Bramaterra e Coste della Sesia), i vini nati dal mare (Lessona, Bramaterra e Coste della Sesia), i vini emersi dalle acque (Ghemme, Sizzano, Fara e Colline Novaresi), i vini plasmati dal ghiacciaio (Valli Ossolane, Colline Novaresi).
Le colline costituiscono il tratto caratteristico di queste terre e sono anche l’ambiente che presenta la maggior varietà paesaggistica, dalla cui sommità si aprono panorami mozzafiato sulla pianura, sui monti e sul massiccio del Monte Rosa.
I vini dell’Alto Piemonte sono i prestigiosi DOCG: Gattinara e Ghemme e i DOC: Lessona, Boca, Bramaterra, Fara, Sizzano, Valli Ossolane, Colline Novaresi e Coste della Sesia; vini che ben si prestano all’invecchiamento. Ma ci sono anche interessanti “novità” per queste zone: vini giovani, vini bianchi, rosati e spumanti, nonché interessanti varietà riscoperte, come la Vespolina e la Bonarda. Il vitigno Nebbiolo è comunque il re incontrastato, dall’uva Nebbiolo si ricavano vini di grande struttura e longevità.
Assaggiando i vini dell’Alto Piemonte è possibile comprenderne la complessità ed apprezzarne la variegata ricchezza, fatta di vini sontuosi e intriganti, minerali e potenti, rotondi ed eleganti. Un ottimo abbinamento con questi vini sono i piatti della tradizione del Nord Piemonte.