La Capanna Margherita (4554 m), il rifugio più alto d’Europa, è un traguardo ambizioso per chi sogna l’alta quota. Ma salire fin lassù richiede rispetto, tempo e… strategia.
Il nemico silenzioso? Il mal di montagna, un disturbo comune che può rovinare l’esperienza se non affrontato con consapevolezza.
Per evitare il mal di montagna, la chiave è un acclimatamento graduale. Dormire in quota – intorno ai 2200-2500 metri – è il modo migliore per aiutare il corpo ad adattarsi. E nella zona di Alagna ci sono tre rifugi che fanno al caso tuo: Barba Ferrero, Ospizio Sottile e Ferioli. Non solo utili per l’acclimatamento, ma pieni di anima e atmosfera.
Per evitarlo, la chiave è acclimatarsi gradualmente. Dormire in quota – intorno ai 2200-2500 metri – è il modo migliore per aiutare il corpo ad adattarsi.
E nella zona di Alagna ci sono tre rifugi che fanno al caso tuo: Barba Ferrero, Ospizio Sottile e Ferioli. Non solo utili, ma pieni di anima e atmosfera.
Il mal di montagna (Acute Mountain Sickness, AMS) colpisce quando si sale rapidamente sopra i 2000-2500 metri, dove la pressione atmosferica cala e l’ossigeno disponibile si riduce.
Non importa se sei un principiante o un esperto: il tuo corpo ha bisogno di tempo per acclimatarsi. Sul Monte Rosa, con vette che superano i 4000 metri, conoscerlo è essenziale.
Per affrontare l’alta quota in sicurezza, segui questi accorgimenti:
Reazione ai sintomi: se avverti segnali, anche lievi, scendi di quota immediatamente.
Salita graduale: sopra i 3000 m, limita il dislivello a 300-500 m al giorno. La regola “Climb High, Sleep Low” – sali di giorno e dormi più in basso – è un mantra degli alpinisti.
Idratazione: l’aria secca e fredda in quota disidrata rapidamente. Bevi molta acqua ed evita alcol o caffeina, che peggiorano la situazione.
Farmaci: l’acetazolamide (Diamox) stimola la ventilazione e aiuta l’acclimatamento, mentre il desametasone è utile in casi specifici (es. ascensioni rapide). Consulta sempre un medico.
Immerso nella Valsesia e affacciato sul ghiacciaio, il Barba Ferrero è accoglienza calda e natura potente.
Si raggiunge col sentiero 207 passando dal Rifugio Pastore, tra boschi e ponticelli da fiaba. In estate, puoi usare la navetta fino all’Acqua Bianca per accorciare il percorso.
Il gestore Andrea ti accoglie con polenta, tapulone, torte fatte in casa e un leggendario genepì da 30 litri.
Docce calde, camere con vista e un’energia contagiosa: al Barba Ferrero ogni giornata ha il sapore dell’ospitalità vera. Dormire qui è acclimatamento con stile.
Il rifugio più alto d’Europa… nel 1825! Oggi è una finestra sul passato dell’alpinismo.
Nato per proteggere gli emigranti dai pericoli del Colle Valdobbia, l’Ospizio conserva una semplicità toccante.
Il sentiero dalla Valle Vogna è dolce e panoramico. Camere spartane, una chiesetta, una sala da ballo storica: ogni angolo racconta storie.
Un luogo ideale per acclimatarsi con lentezza e profondità.
Gestito con passione dai volontari CAI, il Ferioli è un piccolo rifugio con una vista da cartolina sul Monte Tagliaferro.
Si raggiunge da Alagna-Pedemonte (sentiero diretto) o da Rima San Giuseppe, via Colle Mud (più lunga e panoramica).
Qui tutto è sincero: zuppe calde, torte di pane, opzioni per intolleranze.
C’è anche una terrazza perfetta per un aperitivo alpino. A venti minuti, un belvedere da favola.
Oltre all’acclimatamento, ti offrono ospitalità autentica e momenti che restano.
Tre modi diversi di prepararsi, tutti efficaci e affascinanti.
In alta quota non si improvvisa.
📌 Pianifica con cura le tue tappe.
📌 Riconosci i segnali del corpo.
📌 E, se vuoi vivere questa avventura con più sicurezza, affidati a una guida alpina UIAGM.Prepara fiato e cuore: l’altitudine si affronta con tecnica, la montagna con passione.📌 Pianifica con cura le tue tappe.
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