“Grandi cose accadono quando l’uomo e la montagna si incontrano” - W. Blake
Ti stai preparando per un’escursione in quota e assapori già la soddisfazione della conquista? Il senso di libertà che regala vedere il mondo dall'alto è una sensazione difficilmente comparabile.
Certo, in questi casi l’allenamento è importante, ma se stai per sottoporre il tuo corpo ad uno sforzo non indifferente, c’è un ulteriore e non secondario fattore che dovrai prendere in considerazione: l’acclimatamento. Volendo conferire una tempistica, tale sviluppo inizia a circa un giorno dopo la salita in alta quota e può dirsi concluso a poco meno di un mese dalla stessa.
La buona notizia è che il nostro organismo è efficiente, studiato apposta per adattarsi a condizioni variabili con il minor dispendio energetico possibile.
L’acclimatamento è proprio questo: più sali, più fai fatica, questo succede perché si verifica una significativa e proporzionale diminuzione della pressione dell’ossigeno, che porta al conosciutissimo “mal di montagna”, malessere, mal di testa, inappetenza, nausea, stordimento, spossatezza. Il modo in cui facciamo fronte a questa carenza all'interno del nostro sangue è un processo che prevede una serie di riflessi che si attivano spontaneamente: il respiro si fa più profondo e frequente, viene introdotto più ossigeno in meno tempo e questo comporta un aumento della frequenza cardiaca. Considera che, per un atleta esperto vuol dire percepire una défahiance delle proprie prestazioni di oltre il 25% attorno ai 3000 metri sul livello del mare. Per i meno allenati si arriva ad una diminuzione del 30%.
Come acclimatarsi in modo ottimale durante un’escursione?
Ultimi consigli: una adeguata e costante idratazione, reintegrazione di liquidi con l’assunzione anche di alimenti come brodi e di cibi energetici a veloce assimilazione contribuiscono a evitare le possibili situazioni spiacevoli
4554 metri sul livello del mare: ad oggi è ancora lei la regina incontrastata d’Europa: la Capanna Margherita. Sogno di molti, obiettivo di tanti. Raggiungerne il cuore richiede certo una discreta preparazione, ma non è un’impresa riservata ai soli atleti più allenati e preparati. Con l’aiuto di una guida qualificata UIAGM è possibile infatti organizzare itinerari anche per i principianti, che prevedono una sosta di ristoro e pernottamento alla Capanna Gnifetti, per poi ripartire la mattina successiva alla conquista della cima.
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