Pareti vertiginose, creste affilate e cime oltre i 4000 metri offrono panorami infiniti e pendii impegnativi. Sui 4000 del Monte Rosa, solitudine, silenzio, allenamento e curiosità si intrecciano in una sinfonia di emozioni, dove gioia e sconfitte si alternano.
Il Monte Rosa non è solo Capanna Margherita. Se l'alpinismo ti ha conquistato, i 4000 del Monte Rosa rappresentano sicuramente l'obiettivo, che desideri raggiungere. Salire con le guide alpine UIAGM rende questa esperienza accessibile e sicura.
Se chiedi alle guide alpine che accompagnano gli alpinisti sui 4000 del Monte Rosa, ti diranno che i loro paesi, come Alagna, Gressoney e Ayas, hanno orizzonti brevi. Questi villaggi, incastonati tra le montagne, offrono spazi limitati. Chi nasce in montagna sente il bisogno di salire, per ampliare la linea del tramonto, e le guide del Monte Rosa adorano farlo. Ti insegneranno come affrontare queste ascensioni, e sono sicuro, che te ne innamorerai anche tu.
Sul Monte Rosa ci sono cime di 4000 metri accessibili a molti, ma non agli inesperti. Un'ascensione davvero appagante è il tragitto, che collega le cime Parrot, Ludwigshöhe e Corno Nero. Questa traversata è una miscela armoniosa di creste e salite ripide, intervallate da tratti più semplici. Si raggiungono tre cime sopra i 4000 metri senza eccessive difficoltà tecniche, completando il percorso in due giorni, con dislivelli moderati. È adatta ad alpinisti con esperienza su ghiacciaio che vogliono salire di livello, ma anche per chi colleziona cime di 4000 metri
Il primo obiettivo è raggiungere la Capanna Gnifetti, base storica di quasi tutte le salite sul Monte Rosa. Un'ora e mezza di sentiero, con una via attrezzata finale, che regala qualche brivido.
Anche se accogliente, la Capanna Gnifetti è situata a 3647 metri di altitudine. Le stanze sono multiple, con letti a castello, bagni senza acqua e una grande terrazza con vista. L'ambiente è vivace e cordiale, pieno di alpinisti, e la cucina è ottima, attenta a vegetariani, vegani, intolleranti e golosi. Dormire non è semplice, ma riposare è possibile.
La mattina inizia presto, alle 4 o alle 5, a seconda delle condizioni meteo, delle temperature e del rigelo. In due ore si raggiunge il Colle del Lys, a 4200 metri, con vista sul Cervino. Fermarsi per ammirare lo spettacolo è d'obbligo. Anche se l'impegno è notevole, è equilibrato e ripagato da forti emozioni. Lasciare alle spalle la Capanna Gnifetti tra i rumori ovattati della notte e seguire i passi della guida, con la mente sgombra, è l'inizio di un viaggio indimenticabile. La professionalità della guida che ti accompagna è un valore aggiunto inestimabile.
Protagonista dello skyline di Alagna, con la sua cresta sinuosa e innevata, la Punta Parrot non è così difficile da raggiungere. Arrivare in vetta è un'esperienza emozionante. Dopo un pendio ripido, sbucherai improvvisamente sulla cima. Se hai osservato la Parrot dal basso, saprai che la Valsesia è proprio lì sotto, 3000 metri più in basso. Camminare sulla cresta innevata di questo 4000 del Monte Rosa diventerà presto naturale. La via, fatta di neve con una leggera pendenza, ti condurrà senza fatica attraverso le nuvole. Quando raggiungerai il punto più alto, sarai a 4434 metri.
Dalla Punta Parrot, si scende con una pendenza accessibile fino al Colle Sesia. La salita lungo la cresta arrotondata, che conduce alla vetta piatta della Ludwigshöhe, anch'essa oltre i 4000 metri, è breve. Se saprai che la roccia che segna l'antecima è a soli 50 metri dalla vetta, troverai la motivazione per raggiungere la seconda cima del giorno sul Monte Rosa.
Dal Colle Zurbriggen, una breve parete di neve con una pendenza di circa 50° ti condurrà in vetta. La cresta rocciosa, armoniosa e sormontata dalla Madonnina, è incredibilmente affascinante. I movimenti attenti e curati ti faranno dimenticare la fatica, trasformando l'ascensione in una danza tra roccia e ghiaccio. L'alpinismo è appagante quando corpo e mente sono in armonia, e la ricerca dell'equilibrio tra questi elementi supera la fatica.
Dal Corno Nero, si raggiunge rapidamente la base della roccia su cui è collocata la statua del Cristo delle Vette. Anche se non sono favorevole all'antropizzazione della montagna, devo ammettere che questa statua è davvero impressionante. Alta 3,60 metri e esposta alle intemperie a 4161 metri, quando l'ho vista era bianca e scintillante, avvolta in un mantello di ghiaccio. Pur immaginandola fuori luogo, l'ho trovata emozionante. Per raggiungerla, si risale la roccia con l'aiuto di staffe e di una corda fissa.