La misteriosa leggenda dei morti

Il mese autunnale di novembre, con il rigido freddo, la stufa a legna accesa ed il buio inquietante che lo accompagnano, si sta avvicinando. A tutto ciò aggiungiamo la misteriosa leggenda dei morti ed in un batter d’occhio ci troviamo catapultati nelle antiche leggende Walser che fanno da collante tra il XIII sec. fino ad oggi.

La visione Walser della morte

Che volto assumeva la morte nella vita dei Walser?

Quella dei Walser non era, sicuramente, una vita semplice; la loro esistenza era connotata da sacrifici, tanto lavoro e dalla dolorosa morte. Come facevano, quindi, a sopportare una vita così “dura”?

Ecco così che nacquero alcune leggende in grado di colmare il vuoto lasciato dalla mancanza di risposte razionali alle domande poste alla difficile esistenza ed al rigido ambiente che li circondava.

Immaginiamoci in una casa Walser, il buio della sera e la neve che scende… Queste leggende avevano anche la funzione di animare le lunghe serate invernali!

La finestra dell'anima

E cosa succedeva quando un famigliare lasciava la propria famiglia?

… Non solo la dimensione materiale era coinvolta nel mistero della morte…

Le case erano, infatti, dotate della finestra dell’anima.

E tu non sei curioso? Scopriamo subito di che cosa si tratta!

La finestra dell’anima è una piccola apertura collocata nella parete della stube (camera con stufa) che veniva aperta alla morte di un famigliare per liberarne l’anima diretta verso i ghiacciai del Monte Rosa e veniva richiusa subito dopo in modo che l’anima stessa non potesse ritornare.

La misteriosa leggenda

Esaminiamo insieme una misteriosa ed “inquietante” leggenda che anima i cuori delle genti Walser all’arrivo dell’autunno e del mese di novembre.

La leggenda vuole che a mezzanotte del primo novembre le anime dei morti escano dalle proprie tombe per raccogliersi, poi, in una lunga processione diretta verso il ghiacciaio del Bors.

Ogni anima prosegue con il dito mignolo acceso come una candela, in funzione di guida attraverso il buio cammino!

E se questa processione di anime incontra un’anima viva? Questa viene fermata e fatta cavaliere donandole un bastone miracoloso per guidare la processione e le viene concesso di esprimere un desiderio!

Le differenti penitenze e qualche curiosità

E le penitenze sono uguali per tutte le anime?

Se la processione incontra un burrone oppure un torrente, l’anima più peccatrice deve allungare le braccia e le gambe per raggiungere la sponda opposta, facendosi, così, ponte per gli altri.

Prima dell’alba la processione raggiunge i ghiacciai e qui le anime espiano i propri peccati picchiettando il ghiaccio con degli spilli; il suono si diffonde nelle valli!

Da questa leggenda nacque l’usanza presso i villaggiani di porgere l’orecchio alle montagne la notte del 2 novembre per ascoltare questo suono.

Se vuoi prendere parte anche tu a questa usanza sentirai nel cuor tuo un brivido al pensiero di ciò che questo rappresenta!

Una successiva leggenda narra che, non tanti anni fa, un signore incontrò, nei pressi del ghiacciaio del Bors, una buona donna con un sacchetto di tela sulle spalle, dal quale sporgeva un manico in legno.

Cosa stava facendo? Si stava recando nel ghiacciaio per costruire dei piccoli gradini affinché l’anima di sua madre, morta pochi giorni prima, potesse salire più facilmente…

Infatti, come ci raccontò il Ravelli nel 1924, molti villaggiani peregrinavano nel ghiacciaio come fossero in un santuario, “… piegavano le nude ginocchia sul vivo ghiacciaio e pregavano per le anime dei loro dolenti avi e per la preservazione di se stessi da una pena così dura dopo la morte…”.

Pur non essendo molto allegra, questa leggenda risveglia molte emozioni nei nostri cuori e ci fa provare un sentimento di amore nei confronti dei nostri cari antenati Walser, che tanti sacrifici e fatiche hanno fatto per realizzare la propria cultura insieme ai meravigliosi villaggi Walser!

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